Altamura | Santa Croce
Altamura | Santa Croce
2008-2012
Comune di Altamura: Recupero architettonico e funzionale dell’ex monastero di Santa Croce per la realizzazione di un ostello della gioventù
Progetto Definitivo ed Esecutivo – Importo € 2.784.700,00
Incarico in ATP con: Arch. Fernando Russo, ing. Donatangelo Squicciarini, arc. Gaetana Di Ciommo, arch. Vitamaria Tragni, arch. Pietro Oronzo Di Chito
Servizio svolto: Progetto esecutivo interventi strutturali e di consolidamento
Il fabbricato occupa un intero isolato, di considerevoli dimensioni e forma pressoché triangolare, ubicato al limitare sud-ovest del centro storico di Altamura e delimitato fra le vie Santa Croce, Giandomenico Falconi, Candido Turco e Piazzetta Santa Croce ed è, nella sua condizione attuale, risulta essere il risultato di continue trasformazioni ed accorpamenti, a cominciare dalle strutture quattrocentesche, di cui sono rinvenibili solo sporadiche tracce, fino alla definitiva sistemazione ottocentesca ed alle trasformazioni occorse negli anni ‘50 e ‘60 del ‘900. Il risultato è una organizzazione planimetrica (leggibile anche sui prospetti) piuttosto complessa caratterizzata dalla presenza all’interno dell’isolato dell’ampia chiesa dedicata alla Santa Croce, praticamente priva di prospetti sulla pubblica via. Tecniche costruttive e materiali utilizzati: Le murature in elevazione sono del tipo a doppio paramento in tufo con nucleo. Al piano terra, così come in uso nella pratica costruttiva locale, il paramento esterno è costituito da pietra calcarea da taglio, lavorata alla martellina, con tessitura isodoma e/o pseudoisodoma. Gli orizzontamenti di copertura del piano terra e primo sono del tipo a volta, in conci lavorati di tufo locale; al secondo piano si rileva la presenza di volte stratificate in laterizio; al secondo piano si rileva anche la presenza di solai laterocementizi, realizzati nel corso dei lavori di riattamento dell’immobile eseguiti intorno agli anni sessanta del secolo scorso. Le coperture sono prevalentemente a tetto con orditure principali ortogonali alla direzione di falda, orditure secondarie nel senso di falda, tavolato e tegumento in coppi. La tipologia prevalente degli infissi è costituita in gran parte da legno di abete e castagno; sui prospetti sono presenti numerose ringhiere e grate in ferro, piastre di ancoraggio (catene), mentre all’interno le ringhiere delle scale sono in ghisa, come anche alcune ringhiere poste sul prospetto su via Santa Croce. Quadri umidi: Sul fabbricato sono rilevabili estesi quadri umidi riconducibili principalmente a due diverse cause: – quadri umidi da risalita capillare; – quadri umidi di infiltrazione. Quadri fessurativi: In generale il fabbricato versa in discreto stato di conservazione con un quadro fessurativo di modesta entità. Gran parte del quadro fessurativo rilevato dovrà essere considerato “fisiologico” in relazione alla vetustà dei materiali ed al degrado delle malte e dei nuclei murari e non è da ritenere riconducibile a dissesti in corso né delle strutture di fondazione né di quelle in elevazione. Degrado delle superfici esterne: Sono presenti colonizzazioni di patine biologiche, costituite essenzialmente da licheni e muschi, distribuite in funzione dell’esposizione delle facciate agli agenti atmosferici. Si riscontrano su tutte le superfici dei prospetti numerose zone di dilavamento in corrispondenza dei punti di ruscellamento delle acque dai pluviali, gronde rotte e ammalorate, dai cornicioni marcapiano. Si riscontrano quindi dei depositi incoerenti e coerenti che assumono carattere di vera e propria crosta nelle porzioni di superficie meno esposte ai dilavamenti. Gran parte degli infissi esistenti presentano uno stato di pessima conservazione, dovuta principalmente alla mancata manutenzione o alla presenza di interventi impropri di riparazione. Degrado delle coperture: Si rilevano copiose e generalizzate infiltrazioni di acque meteoriche a causa del degrado del tegumento – che presenta lacune, elementi rotti e/o scompaginati – e del degrado dei tavolati che risultano in gran parte marci e/o tarlati. Tutte le coperture piane risultano in cattivo stato di conservazione con le pavimentazioni fortemente degradate superficialmente e sconnesse. Si rileva una generalizzata presenza di lacune della malta di sigillatura fra gli elementi ove è attecchita vegetazione spontanea. Progetto: Il rilievo architettonico dell’intero complesso e l’analisi dello stato di degrado ha permesso l’individuazione di una “mappatura” materico-costruttiva e dei degradi nonché dei dissesti statici intervenuti e dei cinematismi locali in atto di alcune porzioni della fabbrica. Attraverso una attenta analisi dello stato di conservazione dell’edificio e delle sue caratteristiche morfologiche e formali si è giunti a soluzioni progettuali e di intervento capaci di coniugare livelli prestazionali conformi alla sua nuova destinazione d’uso con una metodologia di restauro di tipo conservativo.